…’a coppola

Coppole siciliane _ Foto di Rosaria Acquaro

Il copricapo è uno dei capi di abbigliamento funzionale a coprire in modo parziale o totale il capo, la testa. La protegge dal sole, freddo, pioggia e da tutte le intemperie generali, oppure più semplicemente viene utilizzato per modo ed uso estetico o sociale.

Sbarca in Sicilia la coppola

Il nostro famoso copricapo con visiera, la coppola, in varie foggie e di vario materiale. L’origine di questo berretto è dubbia e si basa prevalentemente su due teorie:

dalla prima teoria sembra sia sbarcato in Sicilia tra il tardo XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Quando alcune famiglie inglesi, alla ricerca di investimenti, si stabilirono in Sicilia. La seconda teoria sostiene che sia un capo d’abbigliamento nostrano. Entrambe le teorie sono documentate e testimoniano la veridicità dei fatti.

Si racconta che i forestieri, portarono appresso i loro capi d’abbigliamento. Fra questi, il “berretto piatto” di lana molto simile alla coppola, il Flat cap; ai siciliani piacque molto e per spirito di emulazione, fu adottato dallo stesso popolo dell’isola, divenendo un caposaldo della cultura siciliana. Non un semplice berretto d’importazione, alla moda in quel periodo. Lo acquisiscono come un vero e proprio simbolo di appartenenza alla comunità siciliana ed alle sue tradizioni.

Il termine “COPPOLA”, nei tempi antichi, era semplicemente sinonimo di berretto; nel senso generico e non indicava invece un particolare tipo di copricapo, come avviene oggi.

Bisogna sottolineare che tra il basso ceto e l’aristocrazia, il copricapo utilizzato era differente…
tant’è vero che i nobili erano soprannominati “cappieddi” e l’utilizzo di portare il cappello era esclusivamente dei signori.

L’utilizzo della coppola, rappresentò un espresso e volontario segno distintivo del popolo che la scelse quale strumento di affermazione sociale. Poi entra nell’iconografia siciliana diventandone l’emblema.

Uno stereotipo caricato di significati negativi

…ma come accade a tutte le cose belle, anche qui non tarda ad arrivare un po di sudiciume; ad infangare questo nostro alto simbolo di dignità ed eleganza.

 In antico, non era l’uso della coppola a contraddistinguere il mafioso, piuttosto il modo con cui la indossava, spavaldamente di “traverso”. Ragione per cui i mafiosi erano appellati “coppole storte”.

Spuntano infatti le coppole storte, per identificare quelle che utilizzavano i personaggi ” ‘ntìsi ” a servizio dei mafiosi. Assumendo così anche un senso di appartenenza diversa, la manovalanza dei padrini.

Diventa quasi un capo disprezzato, etichettato negativamente, quasi bandito.
Sarà la nuova rivoluzione culturale, forte della storia, della cultura, bellezza e tradizione, a ridare dignità, luce, vita e colore alla “coppola”.
Degli antichi viaggi in Sicilia, da parte degli studiosi colti, abbiamo testimonianze che ci riempiono di orgoglio. Venivano ad esplorare la nostra Terra, tra il ‘600 e l’800. Descritta con ammirazione ed incanto da parte di chi si approcciava a questo meraviglioso angolo di paradiso. Colori brillanti, profumi inebrianti, sapori ammalianti ed un clima accogliente.
A sommergerla sotto un mare di aspetti negativi, sono stati gli stessi siciliani. E se lo dicono loro, figuriamoci gli altri che ascoltano testimonianze di vita diretta…
Il siciliano possiede un alto grado di pessimismo della ragione: “calati junco chi passa la china”.

Potrei citare poeti e scrittori; conosciamo già il pensiero di chi ha scritto della miseria e dei vinti.

Potrei parlare di mafia, corruzione e discriminazione Nord – Sud, perchè no! …ma la Sicilia è altro, è soprattutto il resto.

Emblema della Sicilia: a Coppola. Adesso, grazie a vari marchi di moda che l’hanno adottata, è riuscita a scrollarsi di dosso il grosso peso della cattiva fama.

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